La versione in Italiano del libro è reperibile in edicola nel mese di ottobre, in vendita con “Rolling Stone Italia”.
La classifica venne compilata da un prestigioso comitato composto da appassionati ed esperti: cantanti, autori, musicisti, critici, produttori ecc. ecc.
Ho acquistato il libro (separatamente dalla rivista, l’edicolante me lo ha concesso), incuriosito non solo dai possibili piazzamenti dei miei idoli di sempre (i fratelli Gibb) ma anche da quelli degli altri artisti che amo.
Innanzitutto dò un’occhiata all’elenco dei votanti e constato la presenza di diversi nomi a me noti: tra questi, per citarni alcuni, trovo Beck, Jackson Browne, Clive Davis (direttore e presidente della “RCA”), The Edge (U2), Art Garfunkel, David Geffen (della “Dream Works”), la grande Carole King (ricordate “Will you love Me Tomorrow?”, reinterpretata sia da Andy Gibb, sia dai Bee Gees?), Shirley Manson (dei “Garbage”), Yoko Ono (e va beh!), due componenti dei “Ramones”, Bob Rock (cielo! Che sia veramente il protagonista del fumetto “Alan Ford”?), Britney Spears (!), Richard Wright (dei “Pink Floyd”);
e tanti altri ancora…. giornalisti e produttori importanti, in gran parte Statunitensi.
Criterio per la compilazione della classifica? Molto semplice:
Ogni votante ha stilato la propria chart coi 50 albums preferiti (senza limiti per epoca e genere).
All’album primo classificato sono stati attribuiti 100 punti, al secondo classificato 50 punti (cioè 100 : 2), al terzo classificato 33,33 punti (cioè 100 : 3) fino ai 2 punti attribuiti al cinquantesimo classificato (100 : 50).
Nella classifica finale sono stati inseriti solo gli album votati da almeno cinque componenti la commissione; vale a dire che, ipoteticamente, un album votato quattro volte al numero uno, avrebbe potuto non far parte della lista dei fantastici 500.
Comprensibile: un regolamento va comunque dato e deve essere rispettato.
Ma veniamo alla domanda che vi frulla nella testolina: i Bee Gees sono presenti in classifica? No, non ci sono!
O meglio, non esiste nella lista un album firmato ed interpretato esclusivamente dai fratelli Gibb.
Però c’è Lei, la colonna sonora per eccellenza, “Saturday Night Fever” , alla posizione n° 131, con questo commento:
Una recensione lusinghiera (anche se non farà contenti i fans degli anni ’60); in ogni caso si ammette che i Gibb hanno composto altri capolavori oltre a “SNF”; Come mai questi non sono in classifica? Come mai non figura il citato “Main Course”?“A metà anni ’70 i Bee Gees fecero piazza pulita dell’astuto pop dei loro successi negli anni ’60 e applicarono le loro armonie leggere e argentine agli effervescenti ritmi della disco music. In questa nuova versione realizzarono grandi album (come “Main Course” nel 1975), ma nessuno più grande ed influente di questa colonna sonora. Da allora, “Saturday Night Fever” ha venduto oltre 30 milioni di copie in tutto il mondo, e il suo valore musicale giustifica le statistiche…………”
Probabilmente perché altri lavori dei Bee Gees sono stati votati (anche in posizione alta) ma non dal numero minimo di elettori (cinque) necessario a farli entrare in lista.
Evidentemente l’album più celebre ha assorbito i voti della commissione; anche se la posizione n° 131 può sembrare di prestigio relativo; questo non è vero, in quanto scorrendo la lista dei 500, mancano nella maniera più totale diversi grandi protagonisti della storia della musica leggera (“grandi” per la qualità intrinseca espressa o magari solamente per la capacità di influenzare mode e costumi della propria epoca);
in ordine alfabetico non trovo per esempio gli America, Burt Bacharach, i Duran Duran, i Genesis (e Phil Collins, meno male!), Hall & Oates, i Pet Shop Boys, i Prefab Sprout, i Simple Minds, gli Spandau Ballet, Sting da solista, gli Style Council, i Supertramp (povero e dimenticato gioiello quale “Breakfast in America”), i Toto (neppure il celebre “Toto IV”).
Ed ancora: gli Abba sono solamente alla posizione n° 178 (“The Definitive Collection”),
I Depeche Mode sono presenti col solo “Violator” (n° 338),
Eric Clapton è presente con due album oltre il 300° posto (ma si rifà coi Cream),
i Coldplay sono solo alla posizione n° 465 col capolavoro “A Rush Of Blood To The Head”,
n° 347 per “Brothers in Arms “ dei Dire Straits (dimenticati il disco di esordio e “Making Movies”),
n° 485 per Earth Wind & Fire (“That’s The Way Of The World”),
n° 492 per “Touch” degli Eurythmics,
n° 251 per il disco di esordio di Whitney Houston,
n° 333 per “Aqualung” dei Jethro Tull,
n° 472 per “Faith” di George Michael,
n° 337 per lo splendido “Play” di Moby,
dopo la posizione n° 300 i quattro (!) album dei Police in classifica,
n° 323 per “Jagged A Little Pill” di Alanis Morissette;
n° 372 per “(What’s The Story?) Morning Glory” degli Oasis,
dopo la posizione 200 due album dei Pearl Jam (solitamente amatissimi negli States),
n° 226 per “A Night At The Opera”, unica presenza dei Queen,
n° 195 per “Murmur”, il meglio piazzato dei tre album dei REM in classifica,
n° 214 per “The Queen Is Dead”, migliore piazzamento dei quattro album degli Smiths,
n° 145 il miglior piazzamento degli Steely Dan,
n° 204 per “Tea For The Tillerman” di Cat Stevens
n° 171 per “Every picture tells a Story” di Rod Stewart,
n° 497 per l’album omonimo degli Stone Roses (ma siamo in USA e non in UK, altrimenti....),
n° 335 miglior piazzamento per Tom Waits (un beniamino della critica).
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Ma allora, vista la debacle di tanti big (e i Bee Gees, con “Saturday Night Fever” alla posizione n° 131, tutto sommato hanno fatto meglio), chi sono i dominatori di questa classifica?
Ma naturalmente i soliti noti, quelli che se non nomini vieni guardato male…..
E allora troviamo (tra chi può vantare più di cinque titoli in classifica):
10 albums dei Beatles, 10 dei Rolling Stones e 7 degli Who (gli Americani si leccano ancora le ferite causate dalla British Invasion, negli anni 60/70);
7 albums di David Bowie (sette! È incredibile);
6 albums di Ray Charles;
9 albums di Bob Dylan (Voce discutibile, a me non piace, ma è un’istituzione);
7 albums di Elton John (esagerato! Tra l’altro un nostro avversario di riferimento da sempre);
9 albums di Bruce Springsteen (altra istituzione; anche il Boss, come Dylan, giocava in casa)
E queste le prime dieci posizioni:
1) Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (Beatles)
2) Pet Sounds (Beach Boys)
3) Revolver (Beatles)
4) Highway 61 Revisited (Bob Dylan)
5) Rubber Soul (Beatles)
6) What’s Going On (Marvin Gaye)
7) Exile On Main Street (Rolling Stones)
8 )London Calling (Clash)
9) Blonde on Blonde (Bob Dylan)
10) The White Album (Beatles)
Tra i primi 100 anche “Nevermind” dei Nirvana (n° 17), “Born To Run” di Springsteen (n° 18 ), “Thriller” di Michael Jackson (n° 20), “The Joshua Tree” degli U2 (n° 27), “Hotel California” degli Eagles (n° 37); “Bridge Over Troubled Water” di Simon & Garfunkel (n° 51); “Songs in the Key Of Life” di Stevie Wonder (n° 57); “Appetite for Destruction” dei Guns n’ Roses (n°61); “Achtung Baby” degli U2 (n° 62)...............ecc. ecc.
Una classifica che vede certamente molto coccolati gli artisti di casa (a parte la già accennata British Invasion e a parte un trattamento non di eccellenza riservato ad Elvis Presley, presente con soli 3 albums).
Ovviamente i gusti personali non vanno discussi, ma 4 albums dei Beatles (che sono comunque dei miei idoli) nelle prime dieci posizioni lasciano perplessi ...... soprattutto se per trovare “The Dark Side Of The Moon” dei Pink Floyd occorre scendere fino alla n° 43 (!!!!!).
Per divagare un momento vi racconto questa:
un recente sondaggio ha proclamato le gambe di Fergie (la cantante dei Black Eyed Peas) come le più belle dello Star System
(più di quelle della Campbell, più di quelle della Kidman); ora, Fergie è certamente molto sexy ma non credo che arrivi al metro e sessanta centimetri di altezza: per quanto possano essere belle le sue gambe, se le affianchiamo a quelle chilometriche di Naomi… ehm!............
Il sondaggio di Rolling Stone è certamente più serio, ma vediamo di prenderlo con lo spirito giusto…. In fin dei conti in tanti hanno votato un album che, per il 95%, deve il suo successo ai Bee Gees. E tanti sono gli artisti completamente dimenticati che avrebbero meritato di apparire…..
Un saluto, ben sapendo di non aver potuto interessare tutti….
Massimo.
P.S.: Da una rapida scorsa della classifica dei 500, i Gibb vengono citati almeno in un’altra occasione, esattamente da Clem Burke, batterista dei Blondie che dice “Stavo tentando di riprodurre il ritmo di batteria dei Bee Gees” a proposito dell’influenza che Saturday Night Fever ha avuto sulla canzone “Heart Of Glass”, grande successo contenuto nell’album “Parallel Lines” (al n° 140).