Sabato sera mi sono recato a Rimini, dove faceva tappa il musical “La Febbre Del Sabato Sera”.
In autostrada, lungo i 60 chilometri che separano Faenza dalla capitale romagnola delle vacanze, mi sono sparato……….
(Ragazzi, smettete di esultare e lasciatemi concludere la frase!)
……. mi sono “sparato” a tutto volume “Main Course”, un album che mantiene intatte freschezza e originalità, a tre decenni dalla sua pubblicazione.
Molti anni fa, Enrico Sisti di “Repubblica” lo definì “uno degli album più belli degli anni ’70, a testimonianza di come i Bee Gees abbiano influenzato le nuove generazioni di musicisti molto più di quanto lasci intendere il loro attuale aspetto di vecchi scimuniti”;
affermazione originale e sorprendente nella quale il riconoscimento dell’importanza dei fratelli Gibb nella storia della musica pop prevale rispetto a quello che, certamente, non è un complimento.
A proposito di “Main Course”, vi racconto una particolarità che mi lega a questo album.
Verso la fine degli anni ’70, quando le canzoni della “Febbre” e di “Spirits” dominano l’etere, scopro una canzone bellissima, chiaramente in stile Bee Gees, ma della quale non riesco a cogliere il titolo (probabilmente si trattava di una di quelle trasmissioni radiofoniche con musica no-stop, senza annunci da parte dello speaker).
Fatto sta che di questa canzone perdo traccia: non la sento più alla radio, il titolo non lo conosco, a momenti penso che sia stata tutta un’ invenzione del mio cervello, in conflitto di interessi con un cuore innamorato della musica dei Bee Gees, in un’epoca dove non è facile rintracciare le vecchie incisioni (nel mio caso in audiocassetta) e le ristampe in CD sono ancora da inventarsi……
Qualche anno trascorre, è il 1982 e il sottoscritto si trova a Bolzano per assolvere agli obblighi di leva; una sera, in libera uscita, mi accorgo che in un negozio di dischi hanno la cassetta di “Main Course”, che non ero mai riuscito a rintracciare, un album del quale scriveva benissimo Silvia Guglielmi, in una biografia dei fratelli Gibb della Lato Side Editori. Compro “Main Course” ed è così che, in mezzo a quei gioielli che tutti conosciamo, scopro anche la bellissima canzone che avevo ascoltato 3 anni prima e che ormai faceva parte solo del mio inconscio: “Fanny” (Be Tender With My Love)”.
Questo solo per raccontarvi che tutte le volte che sento “Main Course” e, dopo la magnifica “Songbird”, parte “Fanny”, mi torna in mente il rapporto particolare che mi lega a questo brano, prima ascoltato per caso, poi perso e quasi dimenticato, infine ritrovato.
Mi scuso per essermi dilungato su quella che è un’emozione del tutto personale e ritorno all’argomento del Topic …...
Arrivo a Rimini, al 105 Stadium. L’affluenza è buona ma non da tutto esaurito, anche perché all’evento sono state riservate due serate e il pubblico ha avuto modo di distribuire la presenza.
Pubblico che si distingue per varietà anagrafica.
Ci sono naturalmente i nostalgici degli anni ’70, spesso ultracinquantenni attempati che solo con uno sforzo riesci ad immaginare giovani all’epoca in cui film e colonna sonora impazzavano.
Non mancano i trentenni, soprattutto coppie.
Ci sono i giovanissimi, e ci sono tante ragazze attirate dalla presenza tra i ballerini dei protagonisti del programma Rai “Ballando con le Stelle” (grande successo personale per Raimondo Todaro, che ha vinto la gara TV in coppia con Miss Italia Cristina Chiabotto, e per Samuel Peron, già partner di Loredana Cannata).
Pur non potendomi definire un esperto, è palese la bravura e la preparazione dell’intero corpo di ballo, con in grande evidenza Simone Di Pasquale (Tony Manero), già vincitore della precedente edizione di “Ballando Con Le Stelle” e Natalia Titova , altra protagonista (bella e brava) del programma della Carlucci.
Da “Ballando Con Le Stelle” arriva anche Stefano Masciarelli (DJ Monty), che prende il posto che fu, nella passata edizione del musical, del compianto Rocky Roberts.
Rispetto a Roberts, Masciarelli (certamente bravo, sia pur con minor carisma) ha più spazio nell’economia dello spettacolo, con intermezzi atti a coinvolgere il pubblico dei più piccoli, qualche canzone demenziale (Disco Duck?) ed un classico di James Brown (I Feel Good). Probabilmente è lui il vero mattatore dello spettacolo, più che Tony Manero.
La trama appare debole in quanto viene stravolta rispetto a quella (non certo da Oscar) del film e a quella della edizione precedente del musical: non c’è traccia del fratello prete di Tony Manero, che perde improvvisamente la vocazione creando sconcerto in famiglia, e non c’è il finale luttuoso.
Le battute di DJ Monty (costantemente a sfondo erotico) hanno spesso il sopravvento rispetto al testo originale, nel chiaro intento di sfruttare la popolarità di Stefano Masciarelli.
E veniamo alla musica.
L’acustica del 105 Stadium di Rimini non è probabilmente delle migliori ma le interpretazioni vocali dei ballerini/cantanti mi sono sembrate accettabili, col supporto costante dei tre finti Bee Gees, bravi, oltre che nel falsetto e nella riproposta del look Gibbiano, anche a ritagliarsi uno spazio nello spettacolo, con siparietti che li vedono protagonisti come malavitosi di piccola tacca all’esterno della discoteca.
Le canzoni proposte sono naturalmente quelle che ben conosciamo, alle quali occorre aggiungere alcune extra che, per quanto riguarda la musica targata Gibb, sono: “Tragedy”, un accenno di “Immortality” e “Nights On Broadway” (versione dignitosa di Stefano Masciarelli).
Se la memoria non mi inganna, la versione precedente del musical prevedeva altre canzoni dei fratelli Gibb non legate strettamente al periodo della “Febbre”.
Canzoni dei Bee Gees che comunque continuano ad affascinare grandi e piccini anche se il coinvolgimento di massa è legato soprattutto ai motivi contenuti nella colonna sonora originale: dietro di me avevo una ragazza di circa trent’anni che conosceva a memoria e cantava “Stayin’Alive”, “How Deep Is Your Love”, “More Than A Woman” ecc. ecc. ma che è rimasta muta e un pelo stupita quando è scattata l’ora di “Nights On Broadway” (che la perplessità fosse legata all’interpretazione di Masciarelli?).
Invece ho sentito distintamente un altro spettatore affermare che “quella canzone lì, i Bee Gees l’hanno fatta con l’album successivo” (E’ vero! Si riferiva a “Tragedy”).
E naturalmente l’album era “Spirits” la cui copertina è apparsa più volte in scena.
Alla fine tutti sotto il palco, coi protagonisti che sono passati in mezzo a noi e, per quanto mi riguarda, scambio di saluti al volo con uno dei finti Bee Gees (pollice in alto da parte mia, occhiolino di ringraziamento da parte sua).
Considerazione finale.
Sicuramente questa edizione del musical è inferiore per coreografie e testi rispetto a quella precedente, il cui allestimento ho potuto ammirare a Bologna nel gennaio 2003, pochi giorni dopo la morte di Maurice (se non sbaglio, all’epoca, l’amico Alessandro Sammarini faceva la parte di uno dei fratelli Gibb).
Tuttavia lo spettacolo merita di essere visto, per le canzoni e la bravura dei ballerini anche se il coinvolgimento emotivo non sale mai alle stelle: l’edizione precedente era meno confusionaria, meglio assortita; qui si avverte la necessità di dare spazio a personaggi di fresca popolarità, a discapito della trama.
Rappresenta comunque una grande occasione di promozione per la musica dei fratelli Gibb e, in relazione a questo, un investimento per il futuro: molti giovani erano presenti solo per vedere da vicino le star di una trasmissione televisiva, ma qualcosa di quelle canzoni gli resterà pur dentro.
Tante passioni iniziano così, per caso…….
Rientro a Faenza con “Main Course” infilato nel lettore CD e quel brivido che mi accompagna da 25 anni quando ascolto “Songbird” e, subito dopo, “Fanny”.
Massimo.
Febbre da Musical, Main Course, Fanny.......
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A proposito del cd di Main Course.....la mia copia, originale made in Germany, contiene un sacco di errori di masterizzazione; nel senso che qualche brano....non tutti....hanno la traccia inizialmente digitale ma poi analogica: me ne sono accorto durante una conversione di tutti i suoi brani in mp3: la qualità di conversione di alcuni di essi veniva scadente.
Per fortuna che ho potuto sopperire con quelli contenuti nel Greatest Hits.
Qualcuno di voi se n'è mai accorto?....qualcuno possiede per caso la versione americana e non ha riscontrato questo inconveniente.
Per fortuna che ho potuto sopperire con quelli contenuti nel Greatest Hits.
Qualcuno di voi se n'è mai accorto?....qualcuno possiede per caso la versione americana e non ha riscontrato questo inconveniente.