GODO! .... Sono i TREE GEES!

[MASSIMO BOSI]

Alla discoteca Djamballà di Godo (nome di località, nel Ravennate, che ben si adatta alla leggerezza e alla voglia di divertimento del popolo di Romagna) è passata da poco la mezzanotte e l’ambiente si sta progressivamente scaldando in quella che è una serata dedicata alla musica anni ’70.
I Tree Gees vengono primi preannunciati, con lo speaker del locale che ricorda il loro tour europeo come cover band e le collaborazioni importanti come session men (per esempio quella con Gianni Morandi), poi entrano in scena suscitando la curiosità dei presenti.

Un incipt di “You Should Be Dancing” e a seguire “Tragedy”, quindi Alessandro Sammarini saluta il pubblico precisando che lui e il suo gruppo in questa serata eseguiranno anche alcuni pezzi estranei al repertorio dei fratelli Gibb. In effetti la scaletta è ben diversa da quella apprezzata a Faenza nel luglio del 2008 quando i Tree Gees furono ospiti nell’ambito della locale manifestazione dedicata alle cover band; allora furono tutte canzoni targate Gibb (a parte “Boogie Shoes” di K.C.) ma questa sera siamo in discoteca, la pista è piena di ragazzi che si sbranerebbero pur di divertirsi in pista e chiaramente non è tempo di “New York Mininig Disaster”.

Scaletta diversa ma affatto deludente. Chiaramente le canzoni della “Febbre” imperano con il pubblico danzante (e non) che va in visibilio sulle note di “Night Fever” e di “Stayin’Alive”, con Alessandro che si diverte a coinvolgere i presenti nei cori con quest’ultima canzone e anche con “You Should Be Dancing”.
In precedenza Alex si era esibito in una splendida versione di “Grease”. Per quanto riguarda il repertorio extra Gibb i Tree Gees pescano tra top songs. Eccoli prendere a prestito dagli Earth Wind & Fire le bellissime “September” e “Fantasy”, quest’ultima una canzone dalle atmosfere molto bigisiane….. “Fantasia!”.

L’omaggio a Michael Jackson arriva con “Don’t Stop ‘Til You Get Enough” , prima grande hit del Jacko adulto, almeno anagraficamente. Pubblico sempre più scatenato in pista (fanciulle in particolare…) quando tocca a “Video Killed The Radio Stars” unico successo importante degli effimeri Buggles. Infine, per accontentare chi si sente più vicino al rock, una vigorosa, travolgente versione di “Jump” dei Van Halen. Il tutto ben condotto dai Tree Gees che si confermano musicisti di alto livello con un Alessandro Sammarini dalla voce potente e convincente e che dimostra grande duttilità nel passare da stile a stile interpretativo.

Se proprio devo fare un appunto ai “nostri” potrei far presente che, sia pur nel contesto di una serata molto dance, una “How Deep Is Your Love” ci poteva comunque stare. Cavolo, Alex! Non farete mica come i veri Bee Gees che questa canzone me la negarono nei concerti del 1991 a Monaco e a Barcellona?
L’esibizione si conclude tra gli applausi: vedo qualcuno che si complimenta con Sammarini mentre lascia il palco coi suoi ragazzi. Io sono dalla parte opposta; la tentazione di andarli a salutare è stata forte ma infine ha prevalso la mia timidezza e ho preferito andarmene direttamente a dormire.

Se tra di noi, nel forum, ci lamentiamo che i Bee Gees sono troppo spesso dimenticati, allora non possiamo che dire grazie di cuore a questi ragazzi che di concerto di concerto contribuiscono a mantenere viva la leggenda (e a farla scoprire ai più giovani, come in questa serata di fine inverno).
“Don’t Stop ‘Til You Get Enough”: Non fermatevi fino a che non ne avrete abbastanza!

Massimo.

[Alessandro]

Massimo caro, dovevi passare a salutarci...accidenti a te
Mi è dispiaciuto non fare " How deep is your love" ma in contesti simili è veramente un atto rivoluzionario ( che talvolta ho azzardato ). Ad ogni modo, dovremmo tornare presto dalle tue parti: ti farò sapere con largo anticipo, così ti prepari


Ale