Il jazzista di successo che ama i Bee Gees.

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MASSIMO BOSI
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Il jazzista di successo che ama i Bee Gees.

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http://www.tgcom.mediaset.it/spettacolo ... 2743.shtml

Cafiso, simpatia a tutto jazz
Il talentuoso sassofonista a Tgcom
Il colpo di fulmine con il sax a 7 anni, a 9 inizia a suonare. A 13 anni il suo nome circola negli ambienti jazz, conquistandosi la stima di colleghi più grandi e famosi. Francesco Cafiso, siciliano di Vittoria, a 20 anni è stato incoronato "ambasciatore della musica jazz italiana nel mondo" da Umbria Jazz. "Ma io sono rimasto quello di sempre", spiega a Tgcom. La carriera musicale è molto cambiata: ha anche suonato per il presidente Obama.


Che ruolo ha nella tua vita il sassofono?
Il sassofono è il mio compagno di viaggio a cui sono affettivamente legato. Ho un rapporto paranoico con lui, lo porto sempre con me e rappresenta il riflesso della mia personalità. Ma d'altronde si sa, che il musicista con il suo strumento poi diviene tutta una cosa. Ultimamente ho dovuto cambiare il sax, ma con il nuovo abbiamo già subito fatto amicizia (ride, ndr).

Prova ad uscire dal tuo ambito jazz, con quali artisti ti sarebbe piaciuto suonare?
Battisti per il suo modo di cantare, aveva un timbro molto paricolare. E De André perché è riuscito a mettere insieme la musica folcloristica con quella leggera e anche i testi sono molto belli, sembrano poesie.

Quale musica pop ascolti?
E' inevitabile ascoltare altro tipo di musica grazie alle mie frequentazioni con i miei coetanei. E molti non mi dispiacciono, quando ascolto con 'orecchio disinteressato'. Però amo il pop di un certo livello come i Bee Gees (mi piace molto "Stayin' Alive"), Billy Joel e naturalmente Stevie Wonder.
Il mondo del jazz ha sempre un'aria molto seria e poco incline al sorriso, anche tu sei così?
Cerco di essere molto comunicativo nei miei concerti. Con le persone che mi ascoltano sorrido, scherzo e dialogo. La musica è, certamente, serietà e concentrazione ma un quel poco di simpatia in più non guasta mai.

Il pubblico televisivo ti ha conosciuto dopo le tue partecipazioni ad "Amici" di qualche anno fa. Che ne pensi dei talent show?
Non guardo mai la televisione e in genere i talent show non mi piacciono. Ma quando sono stato ospite ad 'Amici', avevo 14 anni, il programma era molto diverso rispetto a quello che si vede oggi in tv. Meno litigioso e con al centro il talento. Nulla da dire contro la De Filippi che stimo. Ma la musica non è una gara è solo un veicolo per esprimere al meglio le proprie sensazioni...

Com'è la situazione odierna della discografia jazz?
La discografia jazz va molto male perché ormai le persone preferiscono scaricare i dischi dal Web e nessuno ormai ha più voglia di andare in un negozio specializzato e perderci del tempo, scegliendo nuovi artisti o musiche nuove ed interessanti.

Hai pubblicato due nuovi dischi "A New Trip" e "Angelica"...
'Angelica' è preso da un titolo di un brano di Duke Ellington mentre "A New Trip" è il titolo da una mia composizione. Cerco sempre di scrivere nei momenti liberi della giornata, mi metto al pianoforte e tiro fuori le note.

Eri tra gli artisti che hanno suonato in occasione dei festeggiamenti per l'insediamento di Obama. Cosa ricordi di quel giorno?
E' stato grazie a Wynton Marsalis (famoso trombettista e compositore jazz, ndr) che mi ha invitato. E' un vero amico e non gli sarò mai abbastanza grato per tutto quello che sta facendo per me. Al di là del momento storico di quel giorno, ricordo l'atmosfera di intimità che si respirava sia dietro le quinte che sul palco tra gli artisti. C'erano un sacco di musicisti di altissimo livello internazionale, tutti riuniti con il forte desiderio di far solo della buona musica e un'ottima performance.

Tutto questo successo non ti ha cambiato neanche un po'?
Sono rimasto il Francesco di sempre e nulla è cambiato. La mia vita è rimasta semplice: esco con gli amici, gioco a calcetto, vado al pub che si trova nella piazzetta del centro, mi piace andare al cinema. Di diverso c'è solo la mia vita musicale, che cambia e si evolve.

Se un giorno dovessi andare a vivere all'estero, quale sarebbe la città ideale?
Parigi perché è romantica e ha un grande rispetto per la cultura e poi New York perché lì si trovano dei grandissimi musicisti con i quali mi piacerebbe collaborare. C'è un'energia pazzesca in quella città.
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