Ma che antipatici i New trolls!
Moderatore: Enzo
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Ma che antipatici i New trolls!
Perchè sono antipatici? leggetevi questo.
De Scalzi, vai a lavorare in... Miniera!
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stori ... li/150609/
«Un discorso che era stato interrotto e che è ripreso con la sensazione di essersi ritrovati senza aver perso nulla». Vittorio De Scalzi, leader storico dei New Trolls, definisce così, con grande affetto e considerazione, il rinato rapporto con Nico Di Palo, l'altra colonna portante dei New Trolls. I due musicisti che rappresentano l'ossatura del gruppo genovese fin dalla nascita, alla metà degli anni Sessanta, sono tornati a collaborare un paio d'anni fa, dopo un lungo periodo di distacco durante il quale Di Palo è anche stato vittima di uno spaventoso incidente stradale che gli ha fatto vedere la morte in faccia e del quale porta ancora i segni. De Scalzi e Di Palo torneranno stasera alle 21,30 sul palco del Teatro Astra grazie all'organizzazione di Schiolife, per presentare uno spettacolo per certi versi unico: la triologia dei tre concerti grossi per i New Trolls, l'ultimo dei quali, che in realtà porta il nome di "Seven seasons", è stato scritto dopo la reunion. La biglietteria del Teatro Astra sarà aperta oggi tutto il giorno, fino a esaurimento dei tagliandi. Informazioni al numero 328 266 5345.
Questo terzo concerto grosso è uno sguardo al passato, per quanto con affettuosa nostalgia?
Sarebbe un guaio, stiamo ben attenti alla nostalgia - racconta De Scalzi -, in quanto si tratto di uno sguardo indietro per proiettarci al futuro. Nel passato ci sono state cose importanti, e una di queste sono stati proprio Concerto grosso 1 e 2, che peraltro sono da considerarsi un tutt'uno. Quest'ultimo lavoro è più completo e più esteso, comprende dodici movimenti nei quali interagiamo di più con l'orchestra.
Perchè non vi piace suonare certe canzoni che pure sono state dei successi?
Alcune canzoni è giusto farle, mentre ad altre, senza fare titoli, rinuncerei volentieri, come quelle per le quali qualcuno ci chiamò i "Bee Gees italiani": la definizione che nella vita più mi ha ferito. Ogni tanto ci stanno, certo, ma non in maniera esasperata e ammiccante nei confronti del pubblico.
Qual è, allora, la migliore fase artistica dei New Trolls?
Senza orario, senza bandiera, Concerto grosso: il progressive, insomma, ossia quel che ci fa essere ancora qui a suonare. Altrimenti saremmo stati come i Camaleonti, i Dik Dik, l'Equipe 84, i Cugini di campagna. All'estero ci conoscono per il progressive, per la formula di barocco italiano unito al rock. Negli anni nessuno ha raccolto questo testimone, per cui a noi è bastato chinarci e riprendercelo.
Chi ascolta oggi la vostra musica?
La nostra è una formula fuori dal tempo, un ibrido che ci permette di avere il secondo fan club più numeroso in Italia, di avere i padri che portano i figli ai nostri concerti, di avere ancora fans e di fare ancora proseliti.
Cosa si deve aspettare chi assiste al Concerto grosso trilogy?
Si tratta della summa dei Concerti grossi, con un eccezionale quartetto d'archi più oboe. Oggi la differenza sta nella grossa tecnologia che ci permette molto. A suo tempo uno di questi concerti durava venti minuti, mentre adesso si tratta di due ore e mezzo di performance, tutta giocata in interazione con l'orchestra.
A oltre quarant'anni dalla nascita, dove stanno andando oggi i New Trolls?
Siamo in studio e in fase di composizione di un nuovo disco, un concept album con il quale speriamo di tornare ai tempi delle collaborazioni con Fabrizio De Andrè, sempre con uno sguardo al progressive però questa volta in italiano, rapportandoci ai cambiamenti come si conviene a persone di una certa esperienza.
De Scalzi, vai a lavorare in... Miniera!
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stori ... li/150609/
«Un discorso che era stato interrotto e che è ripreso con la sensazione di essersi ritrovati senza aver perso nulla». Vittorio De Scalzi, leader storico dei New Trolls, definisce così, con grande affetto e considerazione, il rinato rapporto con Nico Di Palo, l'altra colonna portante dei New Trolls. I due musicisti che rappresentano l'ossatura del gruppo genovese fin dalla nascita, alla metà degli anni Sessanta, sono tornati a collaborare un paio d'anni fa, dopo un lungo periodo di distacco durante il quale Di Palo è anche stato vittima di uno spaventoso incidente stradale che gli ha fatto vedere la morte in faccia e del quale porta ancora i segni. De Scalzi e Di Palo torneranno stasera alle 21,30 sul palco del Teatro Astra grazie all'organizzazione di Schiolife, per presentare uno spettacolo per certi versi unico: la triologia dei tre concerti grossi per i New Trolls, l'ultimo dei quali, che in realtà porta il nome di "Seven seasons", è stato scritto dopo la reunion. La biglietteria del Teatro Astra sarà aperta oggi tutto il giorno, fino a esaurimento dei tagliandi. Informazioni al numero 328 266 5345.
Questo terzo concerto grosso è uno sguardo al passato, per quanto con affettuosa nostalgia?
Sarebbe un guaio, stiamo ben attenti alla nostalgia - racconta De Scalzi -, in quanto si tratto di uno sguardo indietro per proiettarci al futuro. Nel passato ci sono state cose importanti, e una di queste sono stati proprio Concerto grosso 1 e 2, che peraltro sono da considerarsi un tutt'uno. Quest'ultimo lavoro è più completo e più esteso, comprende dodici movimenti nei quali interagiamo di più con l'orchestra.
Perchè non vi piace suonare certe canzoni che pure sono state dei successi?
Alcune canzoni è giusto farle, mentre ad altre, senza fare titoli, rinuncerei volentieri, come quelle per le quali qualcuno ci chiamò i "Bee Gees italiani": la definizione che nella vita più mi ha ferito. Ogni tanto ci stanno, certo, ma non in maniera esasperata e ammiccante nei confronti del pubblico.
Qual è, allora, la migliore fase artistica dei New Trolls?
Senza orario, senza bandiera, Concerto grosso: il progressive, insomma, ossia quel che ci fa essere ancora qui a suonare. Altrimenti saremmo stati come i Camaleonti, i Dik Dik, l'Equipe 84, i Cugini di campagna. All'estero ci conoscono per il progressive, per la formula di barocco italiano unito al rock. Negli anni nessuno ha raccolto questo testimone, per cui a noi è bastato chinarci e riprendercelo.
Chi ascolta oggi la vostra musica?
La nostra è una formula fuori dal tempo, un ibrido che ci permette di avere il secondo fan club più numeroso in Italia, di avere i padri che portano i figli ai nostri concerti, di avere ancora fans e di fare ancora proseliti.
Cosa si deve aspettare chi assiste al Concerto grosso trilogy?
Si tratta della summa dei Concerti grossi, con un eccezionale quartetto d'archi più oboe. Oggi la differenza sta nella grossa tecnologia che ci permette molto. A suo tempo uno di questi concerti durava venti minuti, mentre adesso si tratta di due ore e mezzo di performance, tutta giocata in interazione con l'orchestra.
A oltre quarant'anni dalla nascita, dove stanno andando oggi i New Trolls?
Siamo in studio e in fase di composizione di un nuovo disco, un concept album con il quale speriamo di tornare ai tempi delle collaborazioni con Fabrizio De Andrè, sempre con uno sguardo al progressive però questa volta in italiano, rapportandoci ai cambiamenti come si conviene a persone di una certa esperienza.
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Si potrebbe chiedere spiegazioni anche ai loro fans! qui i link...
http://www.newtrollsfanclub.it/pagine/contatti.asp
http://www.newtrollsfanclub.it/pagine/contatti.asp
Tra l'altro anche questa frase mi appare estremamente pretenziosa ed arrogante....Altrimenti saremmo stati come i Camaleonti, i Dik Dik, l'Equipe 84, i Cugini di campagna.
Quasi a supporre che i gruppi citati a loro confronto siano delle m...e.
Allora al caro signor Vittorio io dirò che non conosce proprio la storia della musica italiana, camaleonti ed Equipe84 (ma anche Dik Dik in misura minore) hanno fatto moltissimo progressive di straordinaria qualità, ed a riprova di ciò che dico possiedo tanto di dischi.
Mi sembra molto poco elegante la frase sui loro colleghi italiani, Camaleonti, Dik Dik, Equipe 84 che ha un tono dispregiativo.
Forse invece quella che si riferisce ai Bee Gees significa solo che loro non volevano etichette appiccicate, non volevano essere uguali a..., ma avere una personalità diversa. O almeno così spero...
Ciao
Eleonora[/quote]
Forse invece quella che si riferisce ai Bee Gees significa solo che loro non volevano etichette appiccicate, non volevano essere uguali a..., ma avere una personalità diversa. O almeno così spero...
Ciao
Eleonora[/quote]
Che PENA!!!!! Pensare che IMITAVANO i BEE GEES in tutto....guardatevi Nico di Palo....era il CLONE di Barry!!!!!! Vergogna!!!!! Uno dovrebbe avere la decenza di tacere!!!!! Ie piacerebbe poco ai New Trolls e a Vittorio de Scalzi aver avuto la carriera e aver scritto i brani dei BEE GEES!!!!!....ma fatela finita!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!